Spesso quando si esamina il rapporto medico-paziente, si parla di insoddisfazione e non mancano lamentele per il trattamento ricevuto. Non tanto mettendone in discussione la professionalità da un punto di vista medicale, quanto per il rapporto “umano” instaurato.
Capita che il tempo a disposizione del medico sia ridotto, eppure l’ascolto empatico è un aspetto importante che possiamo considerare come parte integrante della terapia in quanto comporta la comprensione dei pazienti e delle sue vulnerabilità.
La visita senologica quindi non deve essere solo quel momento nel quale si valuta il rischio oncologico, si vedono gli esami strumentali e si visita clinicamente la paziente.
Sono fermamente convinto che ascoltare la paziente non solo in quanto tale, ma e soprattutto come donna, come persona, sia un atteggiamento corretto, dovuto.
Porre la paziente al centro dell’attenzione, ascoltandone bisogni ed esperienze, rappresenta un momento fondamentale di condivisione. È per questo che le pazienti oncologiche che seguo mi raccontano della loro vita, relazioni personali, problemi sul lavoro… Un dialogo che possiamo definire a tutto tondo.
Molti aspetti cambiano con la malattia e noi professionisti dobbiamo essere il punto di riferimento per tutte le nostre pazienti.
Saper ascoltare per riuscire a capire e curare meglio il corpo e la mente!
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