La mastectomia conservativa: la perfetta armonia di cura ed estetica

La mastectomia conservativa: la perfetta armonia di cura ed estetica

La mastectomia conservativa: la perfetta armonia di cura ed estetica

Buongiorno a tutti, oramai conoscete bene le mie posizioni in merito… Ritengo che ad oggi non sia più sufficiente curare dal tumore al seno, ma si debba ricercare ed ottenere un ottimo risultato cosmetico. Perché la cura della malattia è e sarà sempre il mio primario obbiettivo, ma ricordiamoci che dal tumore al seno si guarisce e quello che resterà per sempre è il risultato estetico. Purtroppo non esiste una regola uguale per tutti, sarebbe tutto molto più facile… Il tipo di intervento che ci può portare al miglior risultato si deve personalizzare sulla singola paziente.

Vi ho già raccontato tutto sulla quadrantectomia e sulla gestione oncologica dei linfonodi ascellari nei precedenti articoli, oggi vi parlo della mastectomia conservativa, l’ultima evoluzione della tecnica chirurgica in senologia. Quest’ultima non è sempre la strada migliore, anzitutto deve essere oncologicamente corretta per quella specifica malattia ed essere adeguata alla situazione morfologica della paziente. Tuttavia quando indicata è di gran lunga il miglior connubio possibile tra cura della malattia e risultato estetico.

In questo particolare tipo di mastectomia conservativa (scientificamente definita Nac Sparing) si asporta tutto il tessuto ghiandolare (mammella), mantenendo intatte la cute (pelle), l’areola ed il capezzolo (previa valutazione microistologica della parte profonda del capezzolo durante l’intervento). Durante questa prima FASE 1 si guarisce dalla malattia. Ora si deve procedere alla fase successiva che ci darà conto del miglior risultato estetico possibile: la ricostruzione con posizionamento di protesi. Questa FASE 2 ha diverse opzioni tra le quali il posizionamento di una protesi definitiva con la contestuale simmetrizzazione del seno controlaterale o (più frequentemente) il posizionamento di una protesi provvisoria (espansore) che andrà portato al volume desiderato nelle settimane successive all’intervento (si può riempire dall’esterno con una piccola puntura indolore) per poi essere sostituito durante un ulteriore intervento con una protesi definitiva simmetrizzando contestualmente il seno controlaterale.

Non sto ad annoiarvi con la spiegazione delle molte opportunità ricostruttive, sappiate però che la strada migliore personalizzata sul vostro caso deve essere scelta dal chirurgo con attenzione ed eseguita con una tecnica eccellente per poterci portare a quell’ottimo risultato di cosmesi e confort che giustamente ricerchiamo.

Ed ora come si dice… Dalle parole ai fatti! La paziente della quale vedete le immagini è stata molto soddisfatta! Voi che ne pensate?
 


 
Affidatevi solo a bravi chirurghi senologi esperti in oncoplastica e che operino con chirurghi plastici esperti in chirurgia ricostruttiva, che siano attenti alla malattia, all’estetica ed al vostro benessere a 360 gradi.

Mi raccomando, sempre una grande attenzione al confort. A volte estremizzare i volumi delle protesi può portare a dolori, nevralgie e difficoltà nei movimenti che diventano difficili da superare.

Come sempre tuttavia è indispensabile una diagnosi precoce oltre ad un ottimo chirurgo! Quindi diffondiamo insieme il concetto e prevenzione sempre!